Storia e tradizioni di Piazza

Che ruolo aveva Piazza Armerina nel passato?

Piazza Armerina fino al 1960 è stato un paese strettamente agricolo che si basava sulla pastorizia e sull’agricoltura e il “canalicchio”, al Casalotto, ne è un esempio, poiché fungeva da abbeveratoio per tutti i cavalli di passaggio; camminando per la città, si notanomolte caratteristiche che rispecchiano la vita contadina di quel tempo, anche nel quartiere monte dove sono presenti antichi palazzi con porte larghe (per far passare i cavalli) dove risiedevano i baroni del paese, nonché ricchi proprietari terrieri. Questo portava i cittadini a lavorare per questi nobili rendendo la “routine quotidiana” di ogni piazzese principalmente dedicata al lavoro agricolo. Fino al 1960 la maggior parte della popolazione piazzese era dedita all’agricoltura e pochi erano quelli che proseguivano gli studi, anche se Pazza Armerina era sede di tutte le scuola, dalle elementari fino alle superiori, e tanti studenti del resto della Sicilia venivano a studiare proprio a Piazza Armerina.

Qual è la storia dei quattro quartieri di Piazza Armerina?

I due quartieri più antichi di Piazza Armerina sono il quartiere Monte e Castellina; questa cosa si può notare anche dalla loro disposizione geografica, perché situati molto vicino tra loro ed entrambi circondati dalle stesse mura, che avrebbero dovuto proteggerli da tutte le invasioni delle popolazioni che arrivavano in Sicilia (Bizantini, Normanni, ecc.).

Il quartiere Monte è il quartiere storico del paese e spesso nucleo politico e amministrativo dei vari comuni. È sempre stato ritenuto il quartiere madre del paese anche per la sua posizione nel punto più alto della città: monte Mira. Nel quartiere si trovano numerosi palazzi antichi appartenuti alle famiglie nobili della città, tra cui la famiglia Trigona. Proprio Marco Trigona nel XII secolo finanziò la costruzione della cattedrale accanto alla quale fece costruire il proprio palazzo.

Il quartiere Castellina è chiamato in questo modo perché sorgeva sotto un antico castello, nel tempo sostituito dal convento di San Francesco; caratteristica principale del quartiere è il celebre “prtusu da castdina”, cioè una breccia creata dopo le invasioni per mettere in comunicazione i quartieri Monte e Castellina con i quartieri Canali e Casalotto.

Il quartiere Casalotto, come tutto il paese prima dell’arrivo di Guglielmo il Malo, era un quartiere che apparteneva al comune di Mazzarino e che, a causa della lontananza dai quartieri Monte e Castellina. Dopo la ricostruzione del paese, è diventato un quartiere simbolo per la porta di San Giovanni, che si trovava in prossimità dell’inizio del quartiere.

Il quartiere Canali invece inizialmente era un quartiere in cui si accampavano gli eserciti invasori; in seguito divenne feudo della famiglia Canali che mise a disposizione di tutti i cittadini la sorgente d’acqua presente ancora nel quartiere. Gli abitanti del feudo in segno di riconoscimento fecero scolpire quattro facce sulla parete della sorgente; ci sono varie opinioni su chi rappresentino le quattro facce: alcuni pensano che raffigurino Garibaldi, Camillo Benso Conte di Cavour, Vittorio Emanuele e Giuseppe Mazzini; altri invece, me compreso, pensano che raffigurino i 3 fratelli e la sorella della famiglia canali proprio come ringraziamento per aver donato questa sorgente al paese. Nel quartiere Canali inoltre è presente la chiesa di Santa Lucia che in antichità era una sinagoga degli ebrei, ma che con l’avvento del cristianesimo fu adattata a chiesa cattolica.

Come è nata Piazza Armerina ?

Prima ho accennato a Guglielmo il Malo; questi era sovrano del feudo di Piazza Armerina che, dopo essersi liberata dal feudo di Enna, si vede attaccata dallo stesso, il quale, pieno di debiti a causa della scarsa produzione, agricola decide di distruggere la città causando una grande emigrazione nelle campagne; la città rimase distrutta e spopolata fino agli anni 1000-1050, quando Guglielmo il Buono, fratello di Guglielmo il Malo, decide di ricostruire il comune avendo come punto di riferimento il monte Mira, sul quale fece sorgere una chiesa sui cui resti fu costruita la cattedrale, che durante la “rinascita” del paese ha avuto un ruolo fondamentale quale punto di riferimento per tutti i cittadini; fu costruita nel XVII secolo sulla base di una torre araba diventando una chiesa in stile arabo-normanno. Durante la ricostruzione del paese Guglielmo crea anche un piccolo esercito con base a Piazza vecchia per proteggere il paese dalle continue affluenze straniere.

Quali sono state le famiglie più importanti nella storia della nostra città?

Come ti ho già detto, in tutta la sua storia Piazza Armerina è stata sempre invasa da varie popolazioni; alcune di queste non hanno lasciato tutto come era, ma hanno provato a creare vere e proprie città autonome. Tra queste le famiglie più importanti e ricordate sono: la famiglia Trigona, che si è stanziata nel quartiere Monte nel palazzo Trigona (attuale sede del polo museale della villa romana del casale), la famiglia Cammarata, la famiglia Monastra e la famiglia Salemi. Tutte famiglie di ricchi proprietari terrieri che, con l’avvento della rivoluzione industriale hanno perso la loro importanza.

Cosa pensa del Palio dei Normanni di oggi rispetto a quello del passato?

Negli ultimi anni il Palio dei Normanni è molto cambiato: quella che ormai è una celebrazione annuale, in effetti un tempo si festeggiava ogni 5 anni; inoltre, i giochi che venivano affrontati erano sicuramente meno avvincenti di quelli di oggi, motivo per il quale preferisco nettamente quello di questi tempi, per motivi economici e anche perché, secondo me, ultimamente i cittadini vi prestano molta più attenzione, conferendo un valore tutto nuovo a questa festa.

Qual è la storia del vessillo di Maria Santissima delle vittorie?

Il vessillo di Maria Santissima delle vittorie, cosi chiamato perché rappresentò il segno della vittoria in seguito a tutte le battaglie vinte dal Conte Ruggero, fu donato dal conte alla città diventando un simbolo di culto per i pluziesi che lo custodivano. Durante il regno di Guglielmo il Malo, il vessillo fu sotterrato dentro una cassetta per sottrarlo alla furia distruttrice dei soldati. Secondo una leggenda, il 3 Maggio 1358 la Madonna apparve in sogno a un sacerdote indicandogli il luogo dov’era sepolta. L’effige ritrovata fu portata in giro per la città ponendo fine alla pestilenza che la affliggeva.

A Piazza Vecchia, nel luogo dove fu ritrovato, fu costruito un santuario, sede della festa popolare del 3 Maggio.

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