Abbiamo incontrato il Signor Massimo Padua all’interno della Chiesa di San Giuseppe, qui a Scicli, per ascoltare dalla sua viva voce l’esperienza di una tra le feste più partecipate della nostra città: la Cavalcata di San Giuseppe, che si tiene ogni anno durante la settimana del 19 marzo. Il Signor Padua è ormai un veterano della Cavalcata: classe 1961, già all’età di 10 anni era parte attiva della manifestazione, con la passione per il tradizionale appuntamento che gli era stata trasmessa dal padre. Oggi può essere considerato a pieno titolo un sponente di spicco del gruppo di bardatori “San Giuvannulo”, uno dei circa 17-18 gruppi di bardatori pronti a darsi battaglia a colpi di decorazioni e finimenti. Nel corso degli anni, il gruppo “San Giuvannulo” ha acquisito un ruolo sempre più significativo per la comunità e ha rappresentato la regione Sicilia dal 1988 al 2011 alla Fieracavalli di Verona. Il gruppo, inoltre, in tempi recenti, contribuisce insieme al sacerdote della parrocchia di San Giuseppe all’organizzazione e alla promozione dell’evento.
Com’è cambiata la Cavalcata nel tempo? E qual è il rapporto del paese con la festa?
La festa è un momento particolarmente atteso da tutta la comunità; un evento dalla forte connotazione aggregante, in cui tutta Scicli si identifica e di cui si fregia. L’evento, tra l’altro, è in grado di richiamare un folto pubblico di appassionati e curiosi, con flussi turistici che animano la città per diversi giorni, affollando le tante strutture ricettive disseminate sul territorio.
Com’è cambiata la lavorazione nel tempo? Quali sono i tempi di produzione di un manto?
In origine, la violaciocca - ossia il fiore impiegato per le decorazioni - veniva cucita su sacchi di juta; poi, dal 1986-1987 le cose cambiano e da allora la violaciocca viene applicata attraverso la pistola a caldo su telai semi-rigidi in gomma piuma con asticelle in metallo (alluminio o fibra di carbonio), in modo da ottenere una struttura tanto leggera quanto solida. La realizzazione del manto richiede circa tre giorni di lavoro, ma l’ideazione della bardatura, dalla bozza al modello completo, può durare anche sette mesi.
Quali sono gli elementi costitutivi di un manto?
Il manto è costituito dalla testiera, posizionata sulla testa dell’animale, dal collo, dal manto vero e proprio, dal pettorale e infine dal filare, che, secondo la tradizione, deve essere costituito da 19 campane, a simboleggiare il giorno di San Giuseppe. La parte inferiore del manto viene lavorata impiegando la cosiddetta “spatulidda”, un gladiolo selvatico tipico delle nostre parti. Per concludere, all’interno delle bisacce vengono sistemate le “ciaccare” in ricordo delle originarie fiaccole. Anche il vestiario dei gruppi di bardatori è curato nei minimi dettagli: vengono indossati gli abiti tipici dei mezzadri ottocenteschi, i massari, ossia pantaloni, gilet, stivali, una fascia legata in vita che ricade su una gamba e, per finire, il copricapo siciliano per eccellenza, la “burritta”.
Che cosa rappresentano i cavalli che seguono la Sacra Famiglia? Come si svolge la processione dei cavalli bardati?
I cavalli rappresentano un corteo di accompagnamento: il gruppo dei cavalieri si ritrova nella piazza per iniziare a sfilare dalla Chiesa di San Giuseppe, insieme alla rappresentazione della Sacra Famiglia. Il percorso si snoda per le vie principali della città, valorizzandone ogni suo quartiere storico, come i quartieri di S. Bartolomeo e S. Maria la Nova, dove, prima dell’avvento del metano, i residenti si riunivano attorno a grandi falò accesi tra le strade. Il rientro del corteo è nuovamente previsto sul sagrato della Chiesa di S. Giuseppe, con il sacerdote che, terminata la benedizione dei fedeli, procede alla premiazione della bardatura di fattura più pregevole. Originariamente la cavalcata non prevedeva alcuna premiazione finale; il premio è stato introdotto in tempi recenti, insieme ai contributi offerti dal Comune di Scicli, col fine di incentivare i gruppi partecipanti e aiutarli a sostenere le numerose spese necessarie per la realizzazione della bardatura, i cui costi, generalmente, si aggirano sui 5 mila euro.
Un’ultima menzione è quella per Don Ignazio La China, sacerdote della Chiesa di San Giuseppe, che ha citato Elio Vittorini: anche l’autore siracusano, in un suo romanzo, raccontava della Cavalcata di San Giuseppe, ricordando un breve periodo della sua infanzia trascorsa a Scicli, sulla scia degli spostamenti del padre ferroviere.